Le api utilizzate in apicoltura per la produzione di miele appartengono alla specie
Apis mellifica, apprezzata per la sua efficienza e l’indole poco aggressiva.
Dentro l’alveare
Ogni arnia ospita parecchie decine di migliaia di api e una sola
ape regina.
Di dimensioni maggiori rispetto alle altre api, l’ape regina è l’unica feconda e nutrita, diversamente dalle altre, con pappa reale.
Essa può raggiungere anche i 5 anni di vita, durante i quali ha un solo compito: quello di procreare.
I maschi, o
fuchi, sono di dimensioni inferiori alla regina, anche se più grandi delle api operaie. Anche loro hanno una sola funzione: fecondare la regina, incapaci persino di nutrirsi. Il fuco che feconda la regina muore subito dopo l’accoppiamento, mentre gli altri sono scacciati o lasciati morire di fame o uccisi.
Le
api operaie sono di piccole dimensioni e hanno una vita media di circa 4 settimane, anche se in inverno possono raggiungere anche i 3 o 6 mesi.
Alle api operaie è assegnato il compito della produzione del miele.
La vita dell’ape operaia è scandita da fasi precise:
Dal 4° giorno di vita le larve femmine, destinate a diventare operaie, sono nutrite solo con miele.
La loro prima occupazione appena mature è la pulizia delle celle con la propoli, sostanza antisettica da esse prodotta.
Diventano poi nutrici alimentando, tra le altre, quelle larve che esse prescelgono come future regine, con la sola pappa reale e che producono per mezzo delle ghiandole faringee, trasformando il nettare portato dalle api bottinatrici.
Dal 13° giorno di vita l’apparato digerente dell’ape operaia si completa ed essa avrà il compito della produzione del miele, sempre elaborando nettare e polline raccolti dalle bottinatrici, passandoli di bocca in bocca fino alla completa trasformazione.
Parte del miele e del polline sarà consumata per il sostentamento corrente, mentre una parte è invece conservata nelle cellette, che chiuderanno con uno strato di cera e che servirà per alimentare le larve in periodi di carestia.
L’ape operaia prepara la cera tramite le ghiandole addominali e costruisce i favi fatti di cellette esagonali, dove la regina depone le uova e dove sono conservati miele e polline.
L’operaia ventila anche il miele immagazzinato battendo vorticosamente le ali, per ridurre la quantità d’acqua, evitando così la fermentazione.
Al 18° giorno l’ape operaia diviene
guardiana, e il suo veleno diventa più virulento per difendere la porta dell’alveare.
Dal 21° giorno in poi il mondo circostante l’alveare, per un raggio di 3 km, diventerà il suo ambiente di lavoro.
Per gli ultimi 20, 30 giorni di vita l’ape, divenuta
bottinatrice, affronterà un faticosissimo lavoro di andirivieni tra i fiori e l’alveare carica di nettare e di polline.
Affronterà 250.000 voli per raccogliere il nettare necessario alle api operaie più giovani per produrre 1 kg di miele!
Da questa meticolosa attività d’impresa nasce un prodotto straordinario, ricco di virtù esclusivamente naturali: il miele.