PERCHE' UN "BLOG"


Questo blog è un piccolo sito web, da noi gestito, in cui pubblicheremo più o meno periodicamente, come in una sorta di diario online, i nostri pensieri, opinioni, riflessioni, considerazioni ed altro.

Il solo scopo è di poter creare un ambiente all'interno del quale trovare indicazioni e prodotti che appartengono alle vecchie abitudini e usanze contadine.

E' un modo per riappropriarci delle nostre meravigliose campagne purtroppo sempre meno abitate e amate.

Grazie fin d'ora a tutti quelli che vorranno dedicare un pò del loro tempo al nostro blog.


lunedì 19 maggio 2014

"LE API NEL CUORE"


Le api non conoscono il loro padrone, è l'apicoltore che deve conoscere le sue api. E solitamente l'apicoltore non solo le conosce (e ne accetta serenamente le punture, che possono arrivare anche a cinquanta o più al giorno), ma è colmo di ammirazione per quello che ritiene l'insetto più utile all'uomo e alla natura, il più elegante e carico di simboli. A volte si pone domande profonde e insolubili, perchè spesso l'apicoltore ha inclinazioni filosofiche. Negli alveari vivono popoli sottoposti alla dittatura spietata di una regina o si tratta invece di una struttura basata sulla solidarietà , dalla quale dovremmo imparare? Che valore ha la predisposizione al sacrificio delle api operaie? E il maschio, il povero fuco che paga il privilegio dell'accoppiamento con la morte istantanea, è davvero vittima di una società  matriarcale? E allora diviene meraviglioso descrive le attività  e raccogliere i pensieri (e le credenze) di piccoli apicoltori per passione e di professionisti con migliaia di arnie, che vivono del commercio di miele e di regine.

Insomma si scopre un mondo nuovo e ci si occupa anche della ricerca sulle razze, di stazioni di fecondazione, di inseminazione artificiale e della terribile malattia, la varroa, che ha rischiato di far sparire le api mellifere dalla faccia della terra. Che passione!!

venerdì 16 maggio 2014

"API CHE CONTINUANO A SORPRENDERCI"


Natura e cultura, la vecchia querelle riguardo a quanto del comportamento animale sia controllato da predisposizioni innate immagazzinate nei geni, e quanto invece da fattori appresi culturalmente, è un tema ancora al centro di aspri dibattiti. Un indizio affascinante su questa dicotomia arriva oggi da uno studio pubblicato da un gruppo di ricercatori dell'Università di Washington.

Studiando infatti uno sciame di api, i ricercatori sono riusciti a scoprire i meccanismi genetici responsabili dei comportamenti sociali messi in atto dalle operaie, dimostrando così come a guidare la divisione del lavoro tra questi insetti siano dei particolari frammenti di codice genetico.

È noto da tempo come il comportamento di un'ape operaia dipenda dalla sua età. Nei primi giorni di vita l'insetto sarà una nutrice, prendendosi cura delle larve, attendendo ai bisogni della regina e secernendo la cera per sigillare le celle che contengono le pupe. Dopo circa una settimana l'ape passerà ad altri compiti, come crescere i fuchi, ventilare l'alveare o mettere da parte il polline, divenendo infine una foraggiatrice, che si occupa di raccogliere il polline, solo verso la fine della sua esistenza. Non era però mai stato scoperto quale fosse il meccanismo che guida questi cambiamenti di comportamento.

Studiando il cervello di questi insetti, i ricercatori dell'università di Washington sono riusciti a trovare un collegamento tra la divisione del lavoro nella colonia e la presenza di particolari frammenti di codice genetico.I risultati hanno dimostrato un forte collegamento tra i livelli di espressione e i compiti svolti dalle api.

I ricercatori pensano ora che questo sistema di regolazione dei comportamenti sociali potrebbe essere un meccanismo generale, implicato nella regolazione del comportamento di molte specie animali.

giovedì 8 maggio 2014

"VALLE DEL SILLARO ZONA SLOW"


Le zone che aderiscono a questa iniziativa sono animate da individui “curiosi del tempo ritrovato”, dove l’uomo è ancora protagonista del lento, benefico succedersi delle stagioni; rispettosi della salute dei cittadini, della genuinità dei prodotti e della buona cucina; ricchi di affascinanti tradizioni artigiane, di preziose opere d’arte, di piazze, di teatri, di botteghe, di caffè, di ristoranti, luoghi dello spirito e paesaggi incontaminati; caratterizzati dalla spontaneità dei riti religiosi, dal rispetto delle tradizioni, dalla gioia di un lento e quieto vivere.
Il movimento Zona Slow è stato fondato nel 1999, con lo scopo di perseguire obiettivi comuni, coerenti con un codice di comportamento condiviso e verificabile, i cui valori di riferimento si ispirano alla qualità dell’accoglienza, dei servizi, del tessuto urbano, dell’ambiente, alla buona tavola. La Valle del Sillaro è decisamente Zona Slow.