PERCHE' UN "BLOG"


Questo blog è un piccolo sito web, da noi gestito, in cui pubblicheremo più o meno periodicamente, come in una sorta di diario online, i nostri pensieri, opinioni, riflessioni, considerazioni ed altro.

Il solo scopo è di poter creare un ambiente all'interno del quale trovare indicazioni e prodotti che appartengono alle vecchie abitudini e usanze contadine.

E' un modo per riappropriarci delle nostre meravigliose campagne purtroppo sempre meno abitate e amate.

Grazie fin d'ora a tutti quelli che vorranno dedicare un pò del loro tempo al nostro blog.


lunedì 19 dicembre 2016

"UNA NUOVA MINACCIA"


«……purtroppo ora è tardi per mettere in piedi una squadra che individui e distrugga i nidi. In questa stagione, infatti, sono già spopolati e le regine di velutina, già fecondate dai maschi, stanno iniziando il periodo di svernamento in attesa di fondare una nuova colonia. A primavera la popolazione di calabroni potrebbe aumentare esponenzialmente».

Comparsa in Europa per la prima volta nel 2004 in Francia, la Vespa velutina è stata responsabile, secondo i dati forniti dalla Francia stessa, della perdita di alveari pari al 50% con un avanzamento potenziale di 100 chilometri all’anno. Oltre a cacciare direttamente le api all’ingresso dell’arnia, il calabrone impedisce loro di uscire per raccogliere nettare e polline, indebolendo in questo modo anche le colonie che rischiano di morire. E così il miele d’acacia è passato da 266 tonnellate a 91, mentre quello biologico da 437 a 184 tonnellate in un anno. Non è mai successo in 35 anni. Certamente non l’unica causa ma il dato è preoccupante.  

Ed ecco cosa succede …….. boom delle importazioni  

Il rischio? Un ulteriore diminuzione della produzione nazionale, ma anche la riduzione dell’essenziale lavoro di impollinazione delle api che vale almeno 3 miliardi. Meno produzione italiana significa un aumento delle importazioni che l’anno scorso sono arrivate a 23,5 milioni di chili. Un record storico che vede al primo posto l’Ungheria (7,4 milioni di chili) seguita da Cina, Spagna e Romania. Un danno che va sanato poiché colpisce un settore, che conta circa 50 mila apicoltori, con 1,39 milioni di alveari e un giro d’affari stimato di 70 milioni.