PERCHE' UN "BLOG"


Questo blog è un piccolo sito web, da noi gestito, in cui pubblicheremo più o meno periodicamente, come in una sorta di diario online, i nostri pensieri, opinioni, riflessioni, considerazioni ed altro.

Il solo scopo è di poter creare un ambiente all'interno del quale trovare indicazioni e prodotti che appartengono alle vecchie abitudini e usanze contadine.

E' un modo per riappropriarci delle nostre meravigliose campagne purtroppo sempre meno abitate e amate.

Grazie fin d'ora a tutti quelli che vorranno dedicare un pò del loro tempo al nostro blog.


lunedì 16 novembre 2015

"LA SICUREZZA ALIMENTARE NEL MONDO"


Tre insetticidi della famiglia dei neonicotinoidi sembrano essere la causa di uno dei problemi più gravi di sempre che interessa il settore agricolo e la biodiversità: la moria delle api.

La sindrome dello spopolamento degli alveari è un fenomeno che colpisce le api operaie e altre specie di insetti impollinatori. Questa definizione è stata coniata in seguito a un calo anomalo del numero di alveari e della produzione di miele che si è verificato nel 2006, anche se le organizzazioni attive nella conservazione insieme ad altre agenzie internazionali che si occupano di cibo e alimentazione, dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao), hanno cominciato a notare e studiare questo fenomeno fin dai primi anni Novanta

Cosa si sta facendo
L’Unione europea ha deciso di agire in modo preventivo per salvaguardare gli insetti impollinatori. Dopo aver commissionato all’Efsa un parere sugli effetti dei neonicotinoidi, la Commissione europea ha scelto di vietarli dal primo dicembre 2013, per due anni, adottando il principio di precauzione, cioè reagendo “rapidamente di fronte a un possibile pericolo per la salute umana, animale o vegetale, ovvero per la protezione dell'ambiente”. In questo modo ha evitato di attendere che i dati a disposizione diventassero sufficienti a stabilire in modo chiaro il colpevole.
C’è bisogno di tempo per avere la conferma da parte della scienza, ma quando più prove portano nella stessa direzione, è bene agire di conseguenza per evitare danni che nel lungo periodo potrebbero rivelarsi irreparabili. Vietare i neonicotinoidi oggi, può contribuire a fermare tutto questo e a spingere lo sviluppo del settore agricolo verso campi più sostenibili.

domenica 13 settembre 2015

"DAL SILLARO ALL'EXPO"


Nell’Expò delle meraviglie, perfino gli insetti faranno la loro parte, con un prezioso carico di miele e biodiversità. Perché il ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf) ha voluto dare spazio alla filiera dell’Apis mellifera. Apicoltori di tutta la penisola saranno a Milano per raccontare un’eccellenza che rende l’Italia unica al mondo.

E così anche noi non potevamo mancare. Sabato 19 settembre smieleremo proprio all'Expo sperando di riuscire a portare un meraviglioso messaggio:

ben 30 varietà diverse di miele monoflora, cui si affiancano 7 «millefiori» che dalle Alpi alla macchia mediterranea sono così caratteristici da essere parificati ai monoflora. Non bastasse, il nostro Paese è considerato tra i più importanti allevatori di api regine. Un paese meraviglioso di cui andare fieri!!

Due primati che possono aiutare il settore ad uscire dalla pesante crisi dell’ultimo biennio, con un 2014 segnato dal crollo della produzione (meno 50% in media, con punte del 60% di perdite) e un susseguirsi di episodi preoccupanti, come l’impennata di furti di arnie e interi apiari dalle Prealpi venete all’Appennino calabro.

lunedì 6 luglio 2015

" CONVIVENZA POSSIBILE"

Apicoltura e viticoltura, un connubio certamente difficile.
Se il problema flavescenza dorata con i conseguenti trattamenti insetticidi potrebbe essere risolto con un corretto uso dei formulati commerciali (non in fioritura, non in presenza di melata, eliminando le fioriture spontanee nell’interfila, non trattando i margini dei vigneti se con fioriture spontanee, non intervenendo in presenza di vento…), ben più difficile la soluzione pratica del problema dell’impiego dei fungicidi in fioritura della vite o, se sistemici, in prefioritura della stessa.
Riunioni senza alcun sbocco positivo tra tecnici apistici e viticoli, il cui finale è più o meno così sintetizzabile: “Voi potete spostare gli alveari dai vigneti, ma noi non possiamo fare altrettanto…”. Tutto questo per dire cosa? Che un’etichetta di una bottiglia di vino raffigura un grappolo d’uva e un’ape. Come mai? Probabilmente la risposta è molto semplice. Per differenziare la “Barbera bio” dalla restante produzione, è stato usato il disegno di un’ape a sottolineare che questo vino è prodotto da uve che rispettano l’ape stessa.
L’idea è di un piccolo produttore viticolo anche apicoltore? No ma di una storica cantina piemontese che con attenzione e rispetto del mondo apistico è comunque riuscita a produrre una pregiata eccellenza.
Congratulazioni per aver dimostrato che è possibile. Non resta che crederci e proseguire in questo difficile cammino di reciproco rispetto

martedì 9 giugno 2015

"NUOVA RICERCA SUL POLLINE"

Arriva un importante comunicazione del CRA-API datata 28/03/2015.
................le recenti trasformazioni ambientali stanno cambiando gli equilibri degli ecosistemi in cui viviamo.
La biodiversità sta diminuendo di anno in anno sotto i nostri occhi e una delle conseguenze della riduzione della biodiversità è la riduzione della qualità del polline, alimento fondamentale allo sviluppo delle api.
A questo proposito, per valutare la biodiversità pollinica a disposizione delle api in tutta Europa, è nato il progetto internazionale “C.S.I. Pollen”, di cui fanno parte già 18 Nazioni europee. Stanno costruendo una rete di apicoltori disposti a far parte del progetto in Italia nel 2015, ultimo anno previsto. Il contributo di ogni apicoltore consiste nella raccolta di 20 grammi di polline da 3 alveari, ogni 3 settimane per un totale di 9 volte nel corso dell’anno 2015. L’apicoltore dove individuare quanti diversi colori sono distinguibili tra le pallottole di polline raccolte e inviare tale risultato compilando un semplice modulo online.
Non lasciamo cadere nel vuoto la proposta e aderiamo all'iniziativa. Se di interesse si può visitare sia il sito del CRA-API (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria ) alla pagina http://api.entecra.it/index.php?c=pp&id=212, che quello di COLOSS (Prevention of honey bee COlony LOSSes) alla pagina http://coloss.org/taskforces/csi.
Per partecipare bisogna iscriversi al progetto come volontario “Cittadino Scienziato” inviando un’e-mail (scritta dall’indirizzo e-mail che userà anche per le future comunicazioni) a csi@inapicoltura.org, indicando semplicemente Nome e Cognome.
Il primo prelievo di polline è stato effettuato il 2-5 Aprile 2015.
 

mercoledì 29 aprile 2015

"TUTTO CAMBIA"

Quante volte lo abbiamo ripetuto senza soffermarci troppo sulle reali conseguenze.
Cambia il clima e la produzione "DI MIELE DI ACACIA,CASTAGNO,AGRUMI E MILLEFIORI" si dimezza. Ovviamente il problema non riguarda il solo miele ma tocca l'intero comparto agricolo. Nel 2015 negli scaffali dei supermercati ci sara’ meno olio di oliva italiano (-35%), meno agrumi (-25%), meno vino (15%) e meno miele (50%). E’ l’allarme lanciato dalle associazioni di categoria sugli effetti del crollo dei raccolti made in Italy, che ha concorso a determinare un calo del Pil agricolo in termini congiunturali per il terzo trimestre consecutivo, sulla base dei dati Istat. La produzione di miele di acacia, castagno, agrumi e millefiori e’ quasi dimezzata per effetto del clima, ma se la vendemmia si e’ classificata come la piu’ scarsa dal 1950, con una produzione di vino attorno ai 41 milioni di ettolitri, quella di olio di oliva e’ crollata attorno alle 300 mila tonnellate. Anche per il raccolto di agrumi il conto e’ pesante, mentre per il pomodoro da conserva per preparare polpe, passate e pelati da condimento si registra un calo delle rese per ettaro e la produzione rimane in linea con la media stagionale degli ultimi 5 anni solo grazie a un aumento delle superfici coltivate. E per le castagne si e’ addirittura al minimo storico con un raccolto al di sotto dei 18 milioni di chili registrati lo scorso anno, 1/3 di quella di 10 anni fa.
Non ci resta che continuare a lavorare trasformandoci mentre cambia il contesto di riferimento nel quale operiamo.
Buon raccolto!

lunedì 13 aprile 2015

"APRILE.......DI NUOVO IN ATTIVITA'"


Il mese di Aprile è il momento più delicato per l'apicoltore per via di alcuni accorgimenti necessari in apiario.
Il primo accorgimento in assoluto è quello del bilanciamento delle famiglie e della loro crescita, se il tempo permette, anche verso la fine di marzo si può effettuare questa importante operazione. E' normale avere una famiglia che cresce più in fretta rispetto ad un'altra che è leggermente più indietro, in questo caso, per bilanciare la forza di entrambe si può prendere un telaino di covata opercolata e delle scorte dalla famiglia forte ed inserirla in quella debole facendo attenzione massima che non sia presente la regina sul telaino asportato.
Attenzione, il telaino di covata opercolata non si può inserire direttamente in un'altra arnia ma si dovrà spazzolare il telaino dalle api presenti lasciandole nell'arnia di provenienza.

Nella famiglia forte si dovrà inserire un telaino cerato per farlo costruire (tirare in gergo apistico).
Cosa fare se la famiglia è debole ?
Sicuramente aiutarla con dei telaini di covata opercolata presi da altre famiglie come suggerito sopra ed, inoltre, cercare di aiutarle con candito e/o sciroppo zuccherino, in quanto, la necessità di miele in questo periodo è molto elevata e la famiglia se in carenza di scorte e di bottinatrici può soccombere per fame.
Un altro controllo essenziale da effettuare è quello dell'orfanità di una famiglia. Si devono ispezionare i telaini e cercare la covata fresca. Se presente non ci preoccupiamo più di tanto e rimettiamo tutto in ordine.
Se nei telaini è presente solo miele e/o polline, questo è un segnale che potrebbe trattarsi di una famiglia orfana di regina. Un altro segnale per accorgersi che si tratta di una famiglia orfana è il nervosismo della famiglia stessa (rumore insolito).

Per recuperare la situazione di orfanità si effettua un'operazione semplice, si prende un telaino da una famiglia forte con covata fresca e uova e lo si inserisce nella famiglia orfana che si darà presto da fare per costruire celle reali che si andranno successivamente ad ispezionare.

Altra operazione necessaria da verificare è quella di ispezionare le arnie, forti, deboli e sciami per verificare dei principi di malattie che consigliamo di prevenire e risolvere quanto prima per evitare problemi successivi in apiario.
In questo periodo, forse anche dall'ultima settimana di marzo, si possono formare dei nuovi sciami artificiali che pian piano cresceranno. Questi dovranno sicuramente essere aiutati in modo artificiale con l'alimentazione perchè avranno poche api che si occupano di bottinare i fiori che in questo periodo sono molti, tra le maggiori fioriture di Aprile troviamo i frutti estivi come l'albicocco, il pesco, il susino, il ciliegio, il pero e poi il salice, la borragine, il cisto, l'erica, la colza, la rucola, le fave.

Infine, il controllo più suggerito, quello delle celle reali. In questo periodo in apiario si tenta di evitare l'istinto naturale dell'ape di riprodursi e creare nuove famiglie. Se si vuole tentare di ridurre la sciamatura le celle si possono asportare.
Nel caso la famiglia sia molto forte e si nota una notevole quantità di api si possono aggiungere telaini da costruire, togliendone qualcuno da utilizzare per bilanciare le famiglie più deboli; se il nido ha tutti i telaini si aggiungerà sopra al nido il melario per dare ulteriore spazio alla famiglia che presto ci ripagherà con del buon miele.

Buon raccolto a tutti!

lunedì 16 marzo 2015

"LA NUTRIZIONE ZUCCHERINA"


Cerchiamo di rispondere ad alcune domande frequenti rispetto all’importanza della nutrizione.
La nutrizione zuccherina delle api è sicuramente una delle più importanti operazioni svolte nella pratica apistica. Rispetto ad altri animali allevati, abbiamo un indiscutibile vantaggio dato dal fatto che le colonie non devono essere nutrite regolarmente. Ci sono delle occasioni, tuttavia, in cui la nutrizione è importante od addirittura essenziale; vediamo brevemente quali:
• Una primavera tardiva o cattive condizioni metereologiche che impediscono alle api di bottinare.
• Periodi di carestia di nettare o stagioni climatiche avverse che non consentono un’adeguata pastura per il mantenimento della colonia.
• Raccolta di sciami naturali, formazione di nuclei e pacchi d’api che necessitano di cibo per la formazione di nuovi favi e per l’allevamento della covata.
• L’allevamento delle regine.
• Scorte invernali insufficienti per permettere il superamento dell’inverno.
• Colonie utilizzate nel servizio d’impollinazione di specie non nettarifere, ad esempio actinidia.
• Sostituzione completa delle scorte invernali per profilassi.
• Stimolazione dell’allevamento della covata per far aumentare più velocemente la popolazione d’api adulte.
• Trasporto di pacchi d’api.
• Per aiutare la ripresa di colonie che hanno perso tutte le bottinatrici a causa di un avvelenamento.
Criteri generali e indicazioni di “buona tecnica”
Quando si decide di intervenire con una nutrizione ci sono degli indirizzi d’orientamento da prendere in considerazione:
Sebbene la nutrizione delle api sia una pratica importantissima nella gestione dell’azienda apistica deve, quando possibile, essere evitata. Il motivo? La nutrizione è costosa in termini di materia prima, ma soprattutto in termini di manodopera necessaria.
Se l’apicoltore è inesperto può  causare un saccheggio tra gli alveari. Sarà, sempre, opportuno prendere tutte le precauzioni del caso per evitare questo pericoloso e fastidioso fenomeno. Dobbiamo sempre tenere presente che la nutrizione cambia il comportamento delle api guardiane delle colonie che permettono a volte scambi tra le api di colonie diverse.
Se si fornisce alle api poco sciroppo per volta durante il giorno in periodo di carestia, le api lo assorbono velocemente e poi continueranno la ricerca nelle vicinanze dell’alveare. Questo può innescare un saccheggio ai danni dei nuclei. Un nutritore che rilascia lentamente lo sciroppo nell’arco di molte ore può  risolvere questo problema.
Non si deve mai scordare che l’odore di sciroppo tiepido può  attirare le api.
Le api devono essere in grado di nutrirsi senza rompere il glomere, di conseguenza, i nutritori devono essere tali da permettere alle api di giungere agevolmente al nutrimento anche con temperature fredde.
Dal punto di vista economico (in termini di manodopera) è meglio somministrare tutta la nutrizione necessaria in una sola volta.
Molte volte le colonie che hanno bisogno di nutrizione sono talmente indebolite, che se nutrite singolarmente rischiano di essere saccheggiate. Sarà opportuno somministrare lo sciroppo di sera per evitare guai. Molto spesso sarebbe preferibile non nutrire colonie indebolite se non dopo averle riunite.
La nutrizione somministrata per integrare le scorte invernali deve essere effettuata prima possibile per permettere alle api di asciugare ed opercolare lo sciroppo.
La nutrizione, se esasperata, pu  portare alla sciamatura quando lo spazio a disposizione per la covata viene a mancare.
Colonie molto forti possono essere usate per produrre favi di sciroppo opercolati da utilizzare in piccoli nuclei.