PERCHE' UN "BLOG"


Questo blog è un piccolo sito web, da noi gestito, in cui pubblicheremo più o meno periodicamente, come in una sorta di diario online, i nostri pensieri, opinioni, riflessioni, considerazioni ed altro.

Il solo scopo è di poter creare un ambiente all'interno del quale trovare indicazioni e prodotti che appartengono alle vecchie abitudini e usanze contadine.

E' un modo per riappropriarci delle nostre meravigliose campagne purtroppo sempre meno abitate e amate.

Grazie fin d'ora a tutti quelli che vorranno dedicare un pò del loro tempo al nostro blog.


venerdì 24 febbraio 2012

La sciamatura - "UN GRANDE SPETTACOLO"


TANTO AMATA E ODIATA

In primavera, nel momento di maggior sviluppo, le api allevano nelle celle reali le nuove regine.
Pochi giorni prima che queste sfarfallino la colonia si divide: la vecchia regina insieme alle api più anziane, dopo essersi rimpinzate di miele, sciamano lasciando l'alveare.
Le api dello sciame si fermano su di un grosso ramo attendendo che le esploratrici trovino un luogo adatto per fondare una nuova colonia.
Nell'alveare, intanto, dalle celle reali sfarfallano le nuove regine, ma sarà una sola a prendere possesso dell'alveare.
Alcuni giorni dopo la giovane regina uscirà per il volo nuziale dove sarà fecondata dai fuchi ed inizierà, poi, a deporre le uova.

mercoledì 22 febbraio 2012

"ADOTTA I SAPORI" (Mai pensato di adottare delle api?)

Dalle vigne alle api, dai maialini al grano: ecco come fare la spesa salvando la campagna

di GIUSEPPE CALABRESE
Mai pensato di adottare delle api? Oppure un campo di grano? E un castagno? L'agricoltura toscana è in crisi e si mette sul mercato. Così da qualche anno promuove una campagna di adozioni che coinvolge già  una trentina di aziende. E' «Un fenomeno in forte crescita conferma Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana che ha due ragioni di fondo: da una parte è un mezzo per affrontare la crisi, dall'altro permette di riavvicinare la gente all'agricoltura. I primi dati sono incoraggianti e prospettano mercati interessanti».

All'inizio c'era soprattutto il vino e c'è ancora , ma adesso l'offerta si è allargata. A Quarrata le scuole della zona hanno adottato un campo seminato con grano Verna nell'Oasi Agrituristica Baugiano l'azienda di Stefania Corrocher è stata premiata a Bruxelles come progetto più innovativo d'Europa e con la farina vengono prodotte le schiacciate per la mensa dei bambini. Sulle Apuane, nell'agriturismo Le Poiane, con cinquanta euro si possono adottare le api. «Abbiamo iniziato questo percorso due anni fa spiega Fortunata Spader per far appassionare le persone e fare cultura sulla produzione del miele e di altri prodotti». Gli adottanti sono una decina e in cambio, oltre a visitare l'azienda e a seguire il procedimento di produzione del miele, ricevono propoli, polline e miele ai vari gusti.

Insieme possiamo salvare la campagna. Contattaci per maggiori informazioni

mercoledì 8 febbraio 2012

"L'APE E IL MIELE"

Le api utilizzate in apicoltura per la produzione di miele appartengono alla specie Apis mellifica, apprezzata per la sua efficienza e l’indole poco aggressiva.
Dentro l’alveare

Ogni arnia ospita parecchie decine di migliaia di api e una sola ape regina.
Di dimensioni maggiori rispetto alle altre api, l’ape regina è l’unica feconda e nutrita, diversamente dalle altre, con pappa reale.
Essa può raggiungere anche i 5 anni di vita, durante i quali ha un solo compito: quello di procreare.

I maschi, o fuchi, sono di dimensioni inferiori alla regina, anche se più grandi delle api operaie. Anche loro hanno una sola funzione: fecondare la regina, incapaci persino di nutrirsi. Il fuco che feconda la regina muore subito dopo l’accoppiamento, mentre gli altri sono scacciati o lasciati morire di fame o uccisi.

Le api operaie sono di piccole dimensioni e hanno una vita media di circa 4 settimane, anche se in inverno possono raggiungere anche i 3 o 6 mesi.
Alle api operaie è assegnato il compito della produzione del miele.

La vita dell’ape operaia è scandita da fasi precise:

 Dal 4° giorno di vita le larve femmine, destinate a diventare operaie, sono nutrite solo con miele.
La loro prima occupazione appena mature è la pulizia delle celle con la propoli, sostanza antisettica da esse prodotta.
Diventano poi nutrici alimentando, tra le altre, quelle larve che esse prescelgono come future regine, con la sola pappa reale e che producono per mezzo delle ghiandole faringee, trasformando il nettare portato dalle api bottinatrici.

 Dal 13° giorno di vita l’apparato digerente dell’ape operaia si completa ed essa avrà il compito della produzione del miele, sempre elaborando nettare e polline raccolti dalle bottinatrici, passandoli di bocca in bocca fino alla completa trasformazione.
Parte del miele e del polline sarà consumata per il sostentamento corrente, mentre una parte è invece conservata nelle cellette, che chiuderanno con uno strato di cera e che servirà per alimentare le larve in periodi di carestia.
L’ape operaia prepara la cera tramite le ghiandole addominali e costruisce i favi fatti di cellette esagonali, dove la regina depone le uova e dove sono conservati miele e polline.
L’operaia ventila anche il miele immagazzinato battendo vorticosamente le ali, per ridurre la quantità d’acqua, evitando così la fermentazione.

 Al 18° giorno l’ape operaia diviene guardiana, e il suo veleno diventa più virulento per difendere la porta dell’alveare.

 Dal 21° giorno in poi il mondo circostante l’alveare, per un raggio di 3 km, diventerà il suo ambiente di lavoro.

 Per gli ultimi 20, 30 giorni di vita l’ape, divenuta bottinatrice, affronterà un faticosissimo lavoro di andirivieni tra i fiori e l’alveare carica di nettare e di polline.
Affronterà 250.000 voli per raccogliere il nettare necessario alle api operaie più giovani per produrre 1 kg di miele!

Da questa meticolosa attività d’impresa nasce un prodotto straordinario, ricco di virtù esclusivamente naturali: il miele.