PERCHE' UN "BLOG"


Questo blog è un piccolo sito web, da noi gestito, in cui pubblicheremo più o meno periodicamente, come in una sorta di diario online, i nostri pensieri, opinioni, riflessioni, considerazioni ed altro.

Il solo scopo è di poter creare un ambiente all'interno del quale trovare indicazioni e prodotti che appartengono alle vecchie abitudini e usanze contadine.

E' un modo per riappropriarci delle nostre meravigliose campagne purtroppo sempre meno abitate e amate.

Grazie fin d'ora a tutti quelli che vorranno dedicare un pò del loro tempo al nostro blog.


mercoledì 31 gennaio 2018

"INSETTI GARANTI"

La nostra storia è intrecciata con quella delle api, che compaiono sulla Terra circa 30 milioni di anni fa. Gli stessi egiziani hanno copiato da loro l’arte della mummificazione, trattando le mummie con la propoli, usata dalle api per ricoprire i cadaveri dei nemici intrufolatisi nell’alveare: il suo potere antisettico e antimicotico evita la putrefazione. L’ape, eccellente impollinatore, permette la biodiversità e il 70% delle colture commestibili. La nostra sicurezza alimentare, insomma, è in parte garantita da questo insetto, senza il quale non ci sarebbero patate, cipolle, fragole, pepe, zucca, carote, girasoli, mele, mandorle, cacao, solo per fare alcuni esempi. L’area in cui l’ape va abottinare è pari a 4.000 campi da calcio e se c’è qualcosa che non va, lo rileva per forza. Della famiglia di apoidei si contano20.000 specie in tutto il mondo, di cui un migliaio solo in Italia. La famiglia, paragonabile a un unico organismo, è composta generalmente dalle 50alle 100.000 unità. Stiamo assistendo, però, al preoccupante fenomeno dello spopolamento degli alveari. Un collasso della famiglia che si svuota degli individui adulti, condannando le larve a morte certa. In Italia ogni anno sono 200.000 le arnie che “cessano il loro ronzio”. Un lutto che dalle api si espande a fiori e piante, destinate a non essere più impollinate. Solo per comprendere i rischi che si corrono, basti pensare che attualmente le api nel mondo sono 3.600miliardi, vivono in 60 milioni di alveari sparsi su tutto il pianeta e sono accudite da 6,5 milioni di apicoltori. In Italia, secondo i dati dell’ultimo censimento, dicembre 2016, gli alveari sono oltre 1,1milioni e gli apicoltori più di 45mila.Grazie all’uomo, l’ape ha espanso il suo areale ma per colpa dell’uomo oggi muore. E i cambiamenti climatici sono solo la punta dell’iceberg. L’introduzione nei primi anni Duemila di pesticidi di nuova generazione, i neonicotinoidi, ha determinato una vera e propria strage. Nel 2008 la prima massiccia moria di api vicino alle colture di mais ha permesso di comprenderne lo stretto legame con la concia dei semi di mais trattati con questi prodotti. Durante la semina del mais si formano delle polveri che vanno nell’ambiente e finiscono nelle acque. È facile per le api entrare in contatto con sostanze che per loro si rivelano7.500 volte più tossiche del Ddt e interferiscono sia sulle sue capacità cognitive che sul suo sistema nervoso. Spesso l’ape non è più in grado di tornare a casa e comunque risulta inutile all’alveare. Grazie a tutti coloro che si impegnano per la riduzione dei pesticidi in agricoltura.

"AGRICOLTURA DA CAMBIARE"

A minacciare la vita delle api si aggiunge l’agricoltura sconsiderata, che distrugge la biodiversità dei fiori. Le campagne ricche di girasoli mettono adisposizione moltissimo polline. Peccato che le api abbiano bisogno di variare la loro dieta per non entrare in crisi. L’agricoltura intensiva distrugge molte varietà di piante, fra cui anche quelle selvatiche, la cui esistenza dipende proprio dall’ape. Se queste vengono tagliate l’ecosistema diventa debole e basta un niente per farlo ammalare e distruggerlo. I rischi non finiscono qui e la nostra ape mellifera, a causa dei processi di globalizzazione, sta facendo i conti da 30-40 anni con la varroa, un acaro proveniente dall’apis florea delSudest asiatico. La varroatosi, malattia con il maggior impatto sull’apicoltura a diffusione globale, causa malformazioni, alterazioni del comportamento, riduzione dell’aspettativa di vita con conseguente indebolimento e collasso delle famiglie.«La varroa resta un problema che però fortunatamente si riesce a gestire con metodologie biologiche – spiega Panella– che non contaminano e non lasciano tracce». L’ape non è l’unico insetto impollinatore esistente, nonostante sia fra i più efficienti. Quando Cristoforo Colombo scoprì il “Nuovo mondo” l’ape non c’era e la ricca biodiversità trovata oltreoceano era affidata ad altri impollinatori. È dunque sbagliato credere che senza l’ape la vita sulla Terra finisca. Farfalle, coleotteri, mosche e zanzare svolgono il medesimo compito. Il vero problema è che tutti gli insetti volatili stanno sparendo. Una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Plos One, sviluppata per 27 anni all’interno delle 63 oasi della Germania, ha evidenziato un declino medio del 76% degli insetti alati. Un rischio per l’equilibrio dell’ecosistema, perché sono sia impollinatori di piante che prede per la fauna selvatica. Gli esperti ne attribuiscono le cause alla perdita di habitat attraverso la distruzione di aree selvatiche e all’uso di pesticidi, oltre ai cambiamenti climatici