L’Appennino è un ambiente splendido ma estremamente fragile. La sua
frequentazione escursionistica è un importante volano dello sviluppo
economico.
In questo quadro permettere l’attività fuoristrada ai mezzi
motorizzati per scopi ludici e sportivi ha implicazioni disastrose.
La convivenza di pedoni e ciclisti e motociclisti su sentieri, mulattiere è difficilmente
praticabile, se non impossibile.
Le dimensioni ridotte di tali percorsi a fondo naturale, infatti, non
permettono l’utilizzo contemporaneo da parte delle due categorie di fruitori,
con la conseguenza che laddove si permettesse la circolazione dei mezzi
motorizzati, essi sarebbero abbandonati dai pedoni e dai ciclisti con il
rischio di un gravissimo pregiudizio economico, posto che ultimi sono in
numero di gran lunga maggiore rispetto ai motociclisti.
Da non trascurare poi il danno come si evince dalle foto allegate.
I sentieri si trasformano i canali che si riempiono d’acqua ad ogni
temporale e sono ovviamente impraticabili a piedi. Insomma oltre alla
totale mancanza di manutenzione c’è anche il più completo disinteresse nel far
rispettare le regole. Per quale motivo non vengono effettuati controlli per
evitare l’accesso delle moto nei boschi? Per quale motivo a distanza di anni
ancora si fa finta di nulla e non ci preoccupa di affrontare problemi che, una
volta superati, potrebbe veramente rendere appetibile il nostro territorio agli
amanti delle passeggiate nei boschi? Quale vantaggi potrà portare il perdurare
del disinteresse per l’argomento? Quanto inciderebbe, rispetto a tante spese
inutili sostenute in questi anni, un contributo aggiuntivo a favore di quelle
associazioni che già si rendono disponibili, entro le loro possibilità, a
collaborare per il mantenimento dei sentieri? Tante domande e come al solito
nessuna risposta.
Che fare?
Su tutto il territorio regionale vietare, con mezzi motorizzati, percorsi
fuoristrada.
Tale divieto deve essere esteso anche ai sentieri di montagna e alle
mulattiere, nonché alle piste e strade forestali che sono segnalate. E magari
far rispettare questo divieto
"LA STRADA PER IL NOSTRO FUTURO INIZIA QUI.....". Il podere Rivarossa sorge sul tracciato dell'antica via Flaminia minor strada romana, costruita dal console Gaio Flaminio nel 187 a.C. tra Bononia (Bologna) ed Arretium (Arezzo). Il tratto compreso tra il passo della Futa ed il paese di Madonna dei Fornelli è anche noto come strada romana della Futa o strada della Faggeta.
PERCHE' UN "BLOG"
Questo blog è un piccolo sito web, da noi gestito, in cui pubblicheremo più o meno periodicamente, come in una sorta di diario online, i nostri pensieri, opinioni, riflessioni, considerazioni ed altro.
Il solo scopo è di poter creare un ambiente all'interno del quale trovare indicazioni e prodotti che appartengono alle vecchie abitudini e usanze contadine.
E' un modo per riappropriarci delle nostre meravigliose campagne purtroppo sempre meno abitate e amate.
Grazie fin d'ora a tutti quelli che vorranno dedicare un pò del loro tempo al nostro blog.
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