"LA STRADA PER IL NOSTRO FUTURO INIZIA QUI.....". Il podere Rivarossa sorge sul tracciato dell'antica via Flaminia minor strada romana, costruita dal console Gaio Flaminio nel 187 a.C. tra Bononia (Bologna) ed Arretium (Arezzo). Il tratto compreso tra il passo della Futa ed il paese di Madonna dei Fornelli è anche noto come strada romana della Futa o strada della Faggeta.
PERCHE' UN "BLOG"
Questo blog è un piccolo sito web, da noi gestito, in cui pubblicheremo più o meno periodicamente, come in una sorta di diario online, i nostri pensieri, opinioni, riflessioni, considerazioni ed altro.
Il solo scopo è di poter creare un ambiente all'interno del quale trovare indicazioni e prodotti che appartengono alle vecchie abitudini e usanze contadine.
E' un modo per riappropriarci delle nostre meravigliose campagne purtroppo sempre meno abitate e amate.
Grazie fin d'ora a tutti quelli che vorranno dedicare un pò del loro tempo al nostro blog.
lunedì 2 dicembre 2019
"L'INVERNAMENTO DELL'APICOLTORE"
Lo slogan «Scorte d’emergenza – per ogni evenienza» ha ormai cinquant’anni, ma è sempre molto attuale, anche se nel frattempo il contesto è cambiato. La stagione è definitivamente archiviata e, ultimati i trattamenti autunnali, ci prepariamo al lungo inverno. Come sempre anno difficile per la produzione ma iniziamo già a lavorare perché il prossimo sia migliore.
"MONTAGNE, CIELI, ORIZZONTI"
L'Appennino bolognese, per sua natura
discreto e silenzioso, lontano dalle capitali del turismo così come da quelle
dell'arte e degli intellettuali. Un perfetto equilibrio armonico tra bellezza
aspra e dolce, impervia e garbata di un territorio con le sue storie e i suoi
personaggi.
Il risultato è il ritratto poliedrico di una
terra dalla bellezza selvaggia e materna, voluttuosa di una seduzione ipnotica
e inebriante.
Sabato mattina 30 novembre ore 7 in località
CASONI DI ROMAGNA. Un territorio che continua a sorprenderci.
martedì 17 settembre 2019
"UN'ATTIVITA' CHE DIVENTA SEMPRE PIU' DIFFICILE"
“La peggiore stagione della storia”: così Diego
Pagani, presidente di Conapi, consorzio nazionale apicoltori descrive la
produzione di miele del 2019. La più grande realtà presente sul territorio
nazionale, osservatorio di assoluto riferimento. Raggruppa 270 aziende, circa
700 apicoltori, con circa 100 mila alveari in tutta Italia (il 45% bio) in
grado di produrre fino a 3 mila tonnellate di miele ogni anno.
Un’attività che diventa difficile ogni anno di più. Nel 2019, secondo un’analisi di Coldiretti, a causa del maltempo le api non hanno avuto la possibilità di raccogliere il nettare e il poco miele che sono riuscite a produrre lo hanno mangiato per sopravvivere. Il risultato è che quest’anno la produzione nazionale risulterà ben al di sotto dei 23,3 milioni di chili del 2018. Intanto, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat, le importazioni sono risultate pari a 9,7 milioni di chili nel primi cinque mesi del 2019: circa la metà arriva dall’Ungheria e quasi il 10% dalla Cina.
Un’attività che diventa difficile ogni anno di più. Nel 2019, secondo un’analisi di Coldiretti, a causa del maltempo le api non hanno avuto la possibilità di raccogliere il nettare e il poco miele che sono riuscite a produrre lo hanno mangiato per sopravvivere. Il risultato è che quest’anno la produzione nazionale risulterà ben al di sotto dei 23,3 milioni di chili del 2018. Intanto, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat, le importazioni sono risultate pari a 9,7 milioni di chili nel primi cinque mesi del 2019: circa la metà arriva dall’Ungheria e quasi il 10% dalla Cina.
Eppure in Italia esistono più
di 50 varietà di miele a seconda del tipo di “pascolo” delle api. Nelle
campagne italiane ci sono 1,4 milioni gli alveari curati da 51.500
apicoltori di cui 33.800 circa produce per autoconsumo (65%) e il
resto con partita iva che producono per il mercato (35%). Non disperdiamo
questa meravigliosa eccellenza e sosteniamo il comparto con investimenti mirati
e con politiche volte alla riduzione dell’uso dei pesticidi che, assieme alle
complicazioni climatiche, rappresentano un enorme rischio per l’intero comparto.
lunedì 15 luglio 2019
" VILLA DI SASSONERO - Valle del Sillaro"
giovedì 24 gennaio 2019
L'ALTA VIA DEI PARCHI "CAMMINI D'EUROPA"
L'Alta Via dei Parchi parte da Berceto,
nei pressi del Passo della Cisa, in Provincia di Parma, e arriva fino alla rupe
della Verna, protesa sul Casentino per poi raggiungere l'eremo sul Monte
Carpegna, nel Parco del Sasso Simone e Simoncello.
Decidiamo di percorrere il tratto che dal Sasso di San Zenobi porta prima a LE SELVE poi a TOSSIGNANO. Partiamo dal Fondo Rivarossa e risaliamo il bosco passando per Cà Del Monte e raggiungiamo i Casoni. Procediamo poi in direzione della Raticosa fino a raggiungere il Sasso.
DISLIVELLO: +700 m / -930 m - LUNGHEZZA: 23,9 km
Facile tappa collinare che percorre
prevalentemente stradine secondarie; il lungo tratto in cresta è molto
panoramico. Si scende attraverso castagneti da frutto
curati come giardini a Castel del Rio toccando i pochi ruderi del Castellaccio,
la fortezza medievale che ha dato il nome al paese.
Nella parte bassa del borgo si attraversa
il fiume Santerno sul ponte degli Alidosi, poderoso manufatto quattrocentesco
ad arcata unica ancora perfettamente conservato. Sul lato destro del fiume
inizia la salita che porta nei pressi del M. Carnevale, cima poco marcata della
dorsale che separa le valli del Santerno e del Senio. Si prosegue con modesti saliscendi lungo
la sterrata in direzione della pianura, mantenendosi sempre nei pressi della
cresta fra boschetti di querce e stratificazioni arenacee culminanti
nell’eccezionale punto panoramico di M. Battaglia.
Da qui la Vena del Gesso si rivela in
tutta la sua estensione; la cima è sormontata dai resti di una torre medievale
e da monumenti e lapidi che ricordano i sanguinosi combattimenti dell’autunno
1944. La strada scende fra rimboschimenti fino al Passo del Pruno, dove si
incrocia la Strada della Lavanda che si segue verso Fontanelice per un breve
ratto, voltando poi a destra sulla larga dorsale che delimita la piccola ma
suggestiva valle del Rio Sgarba.
La discesa è una comoda passeggiata fra i
frutteti e le vigne, con splendide vedute sulle falesie di gesso e sul
castagneto di Campiuno; infine si arriva a Tossignano, antico borgo che si
sviluppa su una rupe gessosa attorno ai ruderi della rocca.
Che dire ancora una volta restiamo colpiti dalla bellezza del nostro Appennino.
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