"LA STRADA PER IL NOSTRO FUTURO INIZIA QUI.....". Il podere Rivarossa sorge sul tracciato dell'antica via Flaminia minor strada romana, costruita dal console Gaio Flaminio nel 187 a.C. tra Bononia (Bologna) ed Arretium (Arezzo). Il tratto compreso tra il passo della Futa ed il paese di Madonna dei Fornelli è anche noto come strada romana della Futa o strada della Faggeta.
PERCHE' UN "BLOG"
Questo blog è un piccolo sito web, da noi gestito, in cui pubblicheremo più o meno periodicamente, come in una sorta di diario online, i nostri pensieri, opinioni, riflessioni, considerazioni ed altro.
Il solo scopo è di poter creare un ambiente all'interno del quale trovare indicazioni e prodotti che appartengono alle vecchie abitudini e usanze contadine.
E' un modo per riappropriarci delle nostre meravigliose campagne purtroppo sempre meno abitate e amate.
Grazie fin d'ora a tutti quelli che vorranno dedicare un pò del loro tempo al nostro blog.
mercoledì 31 gennaio 2018
"INSETTI GARANTI"
La nostra
storia è intrecciata con quella delle api, che compaiono sulla Terra circa 30
milioni di anni fa. Gli stessi egiziani hanno copiato da loro l’arte della
mummificazione, trattando le mummie con la propoli, usata dalle api per
ricoprire i cadaveri dei nemici intrufolatisi nell’alveare: il suo potere
antisettico e antimicotico evita la putrefazione. L’ape, eccellente
impollinatore, permette la biodiversità e il 70% delle colture commestibili. La
nostra sicurezza alimentare, insomma, è in parte garantita da questo insetto,
senza il quale non ci sarebbero patate, cipolle, fragole, pepe, zucca, carote,
girasoli, mele, mandorle, cacao, solo per fare alcuni esempi. L’area in cui
l’ape va abottinare è pari a 4.000 campi da calcio e se c’è qualcosa che non va,
lo rileva per forza. Della famiglia di apoidei si contano20.000 specie in tutto
il mondo, di cui un migliaio solo in Italia. La famiglia, paragonabile a un
unico organismo, è composta generalmente dalle 50alle 100.000 unità. Stiamo
assistendo, però, al preoccupante fenomeno dello spopolamento degli alveari. Un
collasso della famiglia che si svuota degli individui adulti, condannando le
larve a morte certa. In Italia ogni anno sono 200.000 le arnie che “cessano il
loro ronzio”. Un lutto che dalle api si espande a fiori e piante, destinate a
non essere più impollinate. Solo per comprendere i rischi che si corrono, basti
pensare che attualmente le api nel mondo sono 3.600miliardi, vivono in 60
milioni di alveari sparsi su tutto il pianeta e sono accudite da 6,5 milioni di
apicoltori. In Italia, secondo i dati dell’ultimo censimento, dicembre 2016, gli
alveari sono oltre 1,1milioni e gli apicoltori più di 45mila.Grazie all’uomo,
l’ape ha espanso il suo areale ma per colpa dell’uomo oggi muore. E i
cambiamenti climatici sono solo la punta dell’iceberg. L’introduzione nei primi
anni Duemila di pesticidi di nuova generazione, i neonicotinoidi, ha
determinato una vera e propria strage. Nel 2008 la prima massiccia moria di api
vicino alle colture di mais ha permesso di comprenderne lo stretto legame con
la concia dei semi di mais trattati con questi prodotti. Durante la semina del
mais si formano delle polveri che vanno nell’ambiente e finiscono nelle acque.
È facile per le api entrare in contatto con sostanze che per loro si
rivelano7.500 volte più tossiche del Ddt e interferiscono sia sulle sue
capacità cognitive che sul suo sistema nervoso. Spesso l’ape non è più in grado
di tornare a casa e comunque risulta inutile all’alveare. Grazie a tutti coloro che si impegnano per la riduzione dei pesticidi in agricoltura.
"AGRICOLTURA DA CAMBIARE"
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