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La morie delle api che, da nord a sud, hanno caratterizzato l’ultima primavera sono gravi come quelle del 2008 e le segnalazioni raccolte dalle associazioni degli apicoltori tra marzo e maggio 2014 attraverso la rete “Spia” del progetto Beenet parlano di grave avvelenamento di interi apiari: «Come sei anni fa anche nei mesi scorsi gli eventi si sono manifestati in coincidenza con la semina di mais e i trattamenti di fruttiferi e vite, di cereali e ornamentali, mentre si è accertato che le cause delle morie non sono di tipo veterinario». Per questo le associazioni richiamano l’attenzione delle istituzioni su alcune pratiche agronomiche scorrette e spesso non in linea con le normative vigenti.
Ma cosa è successo la scorsa primavera? «Il clima mite invernale ha favorito le infestazioni di insetti nocivi spingendo gli agricoltori a intensificare i trattamenti. A gravare ulteriormente sulla campagna miele, inoltre, le condizioni meteo decisamente sfavorevoli che hanno determinato pesanti ripercussioni sulle rese».
La produzione italiana di miele nel 2014 dovrebbe calare in media del 50% per i mieli di acacia, castagno, agrumi e millefiori primaverile-estivo. Il che si tradurrà in un aumento dei prezzi tra il 20 e il 30%.
Non va meglio sui mercati internazionali: il raccolto del miele di eucalipto in Australia è praticamente azzerato, in Sud America il calo è del 50%, in Spagna del 40% e la produzione di miele di acacia dell’Europa dell’Est è precipitata ad un meno -60
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