PERCHE' UN "BLOG"


Questo blog è un piccolo sito web, da noi gestito, in cui pubblicheremo più o meno periodicamente, come in una sorta di diario online, i nostri pensieri, opinioni, riflessioni, considerazioni ed altro.

Il solo scopo è di poter creare un ambiente all'interno del quale trovare indicazioni e prodotti che appartengono alle vecchie abitudini e usanze contadine.

E' un modo per riappropriarci delle nostre meravigliose campagne purtroppo sempre meno abitate e amate.

Grazie fin d'ora a tutti quelli che vorranno dedicare un pò del loro tempo al nostro blog.


martedì 11 marzo 2014

"PROFESSIONE APICOLTORE"


In Italia il lavoro è sicuro
Sono quasi 60 miliardi le api in Italia, ma questo immenso sciame non riesce a coprire nemmeno la metà del fabbisogno italiano di miele e di prodotti dell’alveare. La stessa situazione si replica a livello europeo, costringendo i Paesi membri a importare miele da Cina, Russia e Stati Uniti.
Eppure i dati, per quanto riguarda l’Italia, sono incoraggianti:
50 mila apicoltori danno vita ad un giro d’affari legato alla produzione di miele, cera, polline e altri prodotti apistici che si aggira intorno ai 65 milioni di euro, senza calcolare che all’interno di un’azienda apistica può sorgere anche una fattoria didattica che mostri le tecniche di produzione del miele ai ragazzi delle scuole.

Avviare un alveare non richiede un grande capitale iniziale né un impegno a tempo pieno, ma bisogna avere passione per il lavoro all’aria aperta e un terreno, anche di piccole dimensioni, per collocare le arnie.
L’investimento iniziale si aggira intorno ai 1.500/2.000 euro, che saranno spesi per procurarsi arnie, sciami artificiali per iniziare l’attività, abbigliamento dell’apicoltore (quindi tuta, cappello, maschera e guanti), attrezzi per gestire le api e l’alveare e materiale per la smielatura e il confezionamento del prodotto finale.
La fonte di guadagno dell’apicoltore non è solo il miele, il cui consumo pro capite ha comunque fatto registrare un sensibile aumento grazie anche alla maggiore attenzione al consumo di alimenti naturali: il lavoro delle api produce anche polline, pappa reale, propoli, cera d’api e idromele.
Il fatto che sia un mestiere praticamente immutato da decenni non deve trarre in inganno: sono sempre di più, infatti, le
tecnologie moderne che si affiancano alle procedure tradizionali. Si vedono sempre più spesso apicoltori geek che controllano i propri alveari a distanza tramite internet, costruiscono community virtuali per vendere miele online, si aggiornano tramite siti, forum e blog sulle novità del settore.

Questo mestiere antico, nell’ultimo anno, ha registrato un grande rilancio, molti giovani hanno trovato nell’apicoltura un’alternativa occupazionale in risposta alla crisi. Molte le persone che, armate di maschera e affumicatore, si sono scoperti o riscoperti apicoltori, un boom che non si verificava da decine di anni. Non tutti svolgono questa attività come lavoro primario: molti se ne occupano per arrotondare lo stipendio o la pensione. Parte del merito di questo “ritorno all’alveare” deve essere tributato ai corsi di formazione promossi in primavera dalle associazioni di categoria.

Oggi si finanziano interventi agroambientali per aumentare il numero di piante mellifere utili per le colonie di api e l’assistenza tecnica agli apicoltori con interventi dell’Unione Europea volti al sostegno dell’apicoltura e a mantenere alta la qualità del miele prodotto in Europa.

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