Molto spesso la gente mi chiede cosa facciano
le api in questo periodo.
Le temperature si aggirano intorno ai 2/4°.
Cosa fanno le api con temperature così rigide?
Tra tutti gli imenotteri le api sono tra i
pochi a sopravvivere all’inverno a differenza di altre specie che vanno in
letargo. Difatti anche in inverno con le belle giornate e con temperature di
circa 12° le api riescono ad effettuare piccole perlustrazioni, in genere nelle
ore centrali e quindi più calde della giornata.
Ma come riesce un insetto così piccolo e
“fragile” a resistere ai rigori invernali? In giro circola qualche
rivista scientifica in cui è stato dimostrato che una famiglia di api
riuscirebbe a sopportare temperature anche di -20° per circa una 15ina di
giorni consecutivi. E’ chiaro che in zone molto proibitive le api non hanno
motivo di esistere; pensiamo ad esempio ai circoli polari.
L’ape è come molti altri insetti, la formica,
le termiti…, un insetto sociale, un essere che preso come singolo esemplare non
riuscirebbe a sopravvivere, ma che insieme ai suoi simili riesce a superare
degli incredibili ostacoli.
Il glomere appunto è uno stratagemma che
l’ape -la quale in effetti si è evoluta in milioni di anni- ha adottato per
superare i rigori invernali. Un sistema efficace per contrastare il freddo e
per permettere all’intera famiglia di superare il lungo inverno.
Il tutto comincia nel periodo autunnale: la
regina prima di prendersi il meritato riposo della “pausa natalizia”, depone
delle uova particolari. La covata autunnale è una covata speciale perchè da
questa nasceranno delle api che dovranno sopravvivere molto più a lungo delle
api che nascono nel periodo primaverile/estivo.
La vita media di un’ape primaverile (intesa
come insetto adulto dopo lo sfarfallamento) infatti si aggira intorno al mese
di vita, al massimo 40 giorni.Le api che nascono in autunno sono delle “super api”; esse devono resistere fino a marzo quindi sono api che avranno una vita media di 5/6 mesi.
Questo ovviamente non basta! Per poter garantire la vivibilità della colonia le api devono raggiungere una temperatura all’interno dell’arnia di circa 21°. Ed ecco come si forma il glomere: immaginiamo una palla elastica. Più la temperatura aumenta più la palla aumenta il suo volume, più la temperatura diminuisce più essa riduce le sue dimensioni.
Il glomere formato dalla api funziona
esattamente così. Tramite i muscoli pettorali che vibrano gli imenotteri
sprigionano il calore che permette loro di sopravvivere. Più fa freddo più le
api si stringono le une alle altre e viceversa. Inoltre le api esterne in
questa “palla di api” daranno il cambio a quelle più interne e così via; al
centro sempre lei la regina.
Tramite il meccanismo della trofallassi le
api inoltre riescono a scambiare tramite le loro ligule il miele che servirà
loro come carburante per far vibrare i muscoli pettorali.
Lo stesso accade per le colonie di pinguini
che devono sopportare temperature anche di -50°.
E’ un esempio di come insieme ai suoi
simili l’individuo possa sopravvivere in condizioni assolutamente proibitive.
Le api molto, ma
molto prima dell’uomo, milioni di anni fa avevano capito che l’unione fa la
forza!
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