“La peggiore stagione della storia”: così Diego
Pagani, presidente di Conapi, consorzio nazionale apicoltori descrive la
produzione di miele del 2019. La più grande realtà presente sul territorio
nazionale, osservatorio di assoluto riferimento. Raggruppa 270 aziende, circa
700 apicoltori, con circa 100 mila alveari in tutta Italia (il 45% bio) in
grado di produrre fino a 3 mila tonnellate di miele ogni anno.
Un’attività che diventa difficile ogni anno di più. Nel 2019, secondo un’analisi di Coldiretti, a causa del maltempo le api non hanno avuto la possibilità di raccogliere il nettare e il poco miele che sono riuscite a produrre lo hanno mangiato per sopravvivere. Il risultato è che quest’anno la produzione nazionale risulterà ben al di sotto dei 23,3 milioni di chili del 2018. Intanto, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat, le importazioni sono risultate pari a 9,7 milioni di chili nel primi cinque mesi del 2019: circa la metà arriva dall’Ungheria e quasi il 10% dalla Cina.
Un’attività che diventa difficile ogni anno di più. Nel 2019, secondo un’analisi di Coldiretti, a causa del maltempo le api non hanno avuto la possibilità di raccogliere il nettare e il poco miele che sono riuscite a produrre lo hanno mangiato per sopravvivere. Il risultato è che quest’anno la produzione nazionale risulterà ben al di sotto dei 23,3 milioni di chili del 2018. Intanto, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat, le importazioni sono risultate pari a 9,7 milioni di chili nel primi cinque mesi del 2019: circa la metà arriva dall’Ungheria e quasi il 10% dalla Cina.
Eppure in Italia esistono più
di 50 varietà di miele a seconda del tipo di “pascolo” delle api. Nelle
campagne italiane ci sono 1,4 milioni gli alveari curati da 51.500
apicoltori di cui 33.800 circa produce per autoconsumo (65%) e il
resto con partita iva che producono per il mercato (35%). Non disperdiamo
questa meravigliosa eccellenza e sosteniamo il comparto con investimenti mirati
e con politiche volte alla riduzione dell’uso dei pesticidi che, assieme alle
complicazioni climatiche, rappresentano un enorme rischio per l’intero comparto.