Pesticidi e cambiamenti climatici: la
produzione made in Italy cala con effetti immediati sul prezzo dei prodotti
apistici.
IL 2016 il vero ‘anno nero’ per le api e la
produzione di miele subirà un crollo di quasi il 70 per cento rispetto a cinque
anni fa. La crisi della produzione provocherà anche un aumento dei prezzi per
il consumatore di circa il 20 per cento per tutte le varietà di miele, dal più
pregiato Acacia al più comune Millefiori. Oltre ad aprire la strada alle
contraffazioni, con il pericolo che entrino più facilmente nel nostro Paese
prodotti sofisticati (dove il miele viene addizionato con zuccheri di riso, ad
esempio).
Ma perché l’apicoltura italiana è in ginocchio?
Le cause sono sostanzialmente due i cambiamenti climatici, di cui le api sono il primo sensore, e l’abuso di pesticidi in agricoltura, che provoca il fenomeno dello spopolamento improvviso di intere colonie. Le api sono delle vere e proprie sentinelle ambientali, dei bioindicatori capaci di intercettare immediatamente le sostanze inquinanti.
Le api vanno salvaguardate al massimo perché grazie all’impollinazione contribuiscono in maniera decisiva al mantenimento della biodiversità agricola italiana. Basti pensare che il 70 per cento delle piante di cui ci nutriamo è impollinato dalle api.
Salvarle è un obiettivo vitale per il
presente e il futuro di tutti.