«……purtroppo ora è tardi per mettere in piedi una squadra che
individui e distrugga i nidi. In questa stagione, infatti, sono già spopolati e
le regine di velutina, già fecondate dai maschi, stanno iniziando il periodo di
svernamento in attesa di fondare una nuova colonia. A primavera la popolazione
di calabroni potrebbe aumentare esponenzialmente».
Comparsa in Europa per la prima volta nel 2004
in Francia, la Vespa velutina è stata responsabile, secondo i dati forniti
dalla Francia stessa, della perdita di alveari pari al 50% con un avanzamento
potenziale di 100 chilometri all’anno. Oltre a cacciare direttamente le
api all’ingresso dell’arnia, il calabrone impedisce loro di uscire per
raccogliere nettare e polline, indebolendo in questo modo anche le colonie che
rischiano di morire. E così il miele d’acacia è passato da
266 tonnellate a 91, mentre quello biologico da 437 a 184 tonnellate in un
anno. Non è mai successo in 35 anni. Certamente non l’unica causa ma il dato è
preoccupante.
Ed ecco cosa succede …….. boom delle
importazioni
Il rischio? Un ulteriore diminuzione della produzione nazionale,
ma anche la riduzione dell’essenziale lavoro di impollinazione delle api che
vale almeno 3 miliardi. Meno produzione italiana significa un
aumento delle importazioni che l’anno scorso sono arrivate a 23,5 milioni di
chili. Un record storico che vede al primo posto l’Ungheria (7,4 milioni di
chili) seguita da Cina, Spagna e Romania. Un danno che va sanato poiché
colpisce un settore, che conta circa 50 mila apicoltori, con 1,39 milioni di
alveari e un giro d’affari stimato di 70 milioni.