La lupinella assieme ad un centinaio di specie
dello stesso genere, spontanee e coltivate, utili e indifferente all'uomo,
porta la denominazione generica di Onobrychis, un vocabolo utilizzato da
Dioscoride oltre due mila anni fa e successivamente da Plinio che nella sua
etimologia sembra indicare un foraggio gradito in particolare agli asini.
I greci ed anche i romani non conoscevano la lupinella quale pianta da foraggio.
Coltivazione
La lupinella è particolarmente idonea alla formazione di prati monofiti. Viene mantenuta in coltura per due-tre anni, ritenuti il limite di convenienza economica.
Nell'avvicendamento sostituisce il trifoglio violetto, con il quale condivide la preparazione del terreno, l'eventuale consociazione a cercali tipo grano e l'epoca della semina (autunno nelle zone meridionali e primaverile nelle altre zone ad inverno più rigido). Può consociarsi al trifoglio pratense, al lino da olio, non essendo attaccata dalle cuscute.
Entra in rotazione quadriennali del tipo: lupinella-lupinella-grano-grano (o avena), o quinquennali, con tre anni di lupinella e due di cereale, o anche del tipo: sarchiata-frumento (con lupinella)-lupinella-lupinella-frumento.
Sia in coltura isolata che consociata può essere seminata a spaglio a righe distanti 20-50 cm, utilizzando 50-60 Kg di seme sgusciato oppure 120-150 Kg di seme vestito per ettaro.
Importante intervenire con erpicature e concimazioni complementari fosfatiche, ed eventualmente potassiche, accompagnate all'occorrenza da gessature.
Interesse apistico
La lupinella è bottinata dalle api sia per il nettare che per il polline; è forse la leguminosa più ricercata dalle api per il nettare concentrato (42-55% di zuccheri). Essendo la lupinella soggetta a sfalci periodici consente la produzione di miele monoflora, in quantità anche consistenti, solo nelle zone in cui viene lasciata per la produzione del seme. L'entità della raccolta di nettare dipende anche dalla presenza della varietà precoci che danno due o tre tagli all'anno.
L'impollinazione della lupinella, svolta in modo predominante dalle api, non si realizza mediante meccanismo a scatto: il peso dell'ape, posandosi sul fiore, fa fuoriuscire le antere e lo stimma dalla carena che, dopo la partenza dell'insetto, ritornano nella posizione iniziale. Lo stimma sporge oltre le antere, per assicurare la fecondazione incrociata.
Soprattutto nelle zone appenniniche dell'Italia Centrale la lupinella è un importantissima fornitrice di polline. In talune zone, da maggio ad agosto non è raro che le api raccolgano polline quasi esclusivamente da questa specie.
I greci ed anche i romani non conoscevano la lupinella quale pianta da foraggio.
Coltivazione
La lupinella è particolarmente idonea alla formazione di prati monofiti. Viene mantenuta in coltura per due-tre anni, ritenuti il limite di convenienza economica.
Nell'avvicendamento sostituisce il trifoglio violetto, con il quale condivide la preparazione del terreno, l'eventuale consociazione a cercali tipo grano e l'epoca della semina (autunno nelle zone meridionali e primaverile nelle altre zone ad inverno più rigido). Può consociarsi al trifoglio pratense, al lino da olio, non essendo attaccata dalle cuscute.
Entra in rotazione quadriennali del tipo: lupinella-lupinella-grano-grano (o avena), o quinquennali, con tre anni di lupinella e due di cereale, o anche del tipo: sarchiata-frumento (con lupinella)-lupinella-lupinella-frumento.
Sia in coltura isolata che consociata può essere seminata a spaglio a righe distanti 20-50 cm, utilizzando 50-60 Kg di seme sgusciato oppure 120-150 Kg di seme vestito per ettaro.
Importante intervenire con erpicature e concimazioni complementari fosfatiche, ed eventualmente potassiche, accompagnate all'occorrenza da gessature.
Interesse apistico
La lupinella è bottinata dalle api sia per il nettare che per il polline; è forse la leguminosa più ricercata dalle api per il nettare concentrato (42-55% di zuccheri). Essendo la lupinella soggetta a sfalci periodici consente la produzione di miele monoflora, in quantità anche consistenti, solo nelle zone in cui viene lasciata per la produzione del seme. L'entità della raccolta di nettare dipende anche dalla presenza della varietà precoci che danno due o tre tagli all'anno.
L'impollinazione della lupinella, svolta in modo predominante dalle api, non si realizza mediante meccanismo a scatto: il peso dell'ape, posandosi sul fiore, fa fuoriuscire le antere e lo stimma dalla carena che, dopo la partenza dell'insetto, ritornano nella posizione iniziale. Lo stimma sporge oltre le antere, per assicurare la fecondazione incrociata.
Soprattutto nelle zone appenniniche dell'Italia Centrale la lupinella è un importantissima fornitrice di polline. In talune zone, da maggio ad agosto non è raro che le api raccolgano polline quasi esclusivamente da questa specie.